1968



Gennaio
Sabato 13: inaugurazione dell’anno accademico con elusione completa dei problemi sollevati dal Movimento studentesco. Il prof. B. Andreatta fa gli onori di casa.

Febbraio
Giovedì 8: assemblea nella facoltà di Lettere su scuola e società
Venerdì 9: il Senato accademico condanna gli atti di intemperanza e violenza tra cui l’impedimento al  normale svolgersi delle lezioni.
Rinnovamento cattolico affigge manifesti contro l’occupazione.
Nella facoltà di Fisica, nonostante il lavoro delle commissioni (università e società, riforma universitaria, problemi di facoltà) viene garantito lo svolgimento degli esami.
Martedì 13: gli studenti occupano Magistero. Essi rivendicano:
- libertà di discussione e organizzazione nell’università
- potere di controllo e determinazione dei contenuti della formazione culturale e professionale
- presalario
- unificazione dell’istruzione media superiore
Mercoledì 14: occupazione dell’aula didattica di Fisica
Venerdì 16: liberazione di Magistero e occupazione delle aule di Giurisprudenza utilizzate dalla facoltà di Scienze politiche. Gli studenti di Giurisprudenza respingono l’occupazione.
Martedì 20: l’assemblea di Scienze politiche decide di liberare i locali.
Mercoledì 21: occupazione di Lettere. Secondo “L’Unità” del 23 febbraio almeno duemila studenti partecipano alle attività di protesta.
Giovedì 22: liberazione di Lettere. Si susseguono le attività nelle altre facoltà; a Fisica dibattito sul Vietnam.
Martedì 27: gli studenti di Fisica decidono di occupare completamente la facoltà contro la sospensione degli esami voluta dal Rettore e dal direttore d’Istituto Prof. Clementel.

Marzo
Sabato 2: occupazione di Magistero contro l’intervento della polizia avvenuto a Roma a Valle Giulia (1 marzo)
Fisica resta occupata.
Un gruppo di docenti di Magistero firma un documento di solidarietà con gli studenti rifiutando, però, divisioni di classe tra studenti e professori. Sono: Alberici, Baroncini, Berselli, Celli, Fasoli, Frabboni, Gattullo, La Porta, Lodini, Manaresi, Mariotti, Melandri, Pini, Prodi, Raimondi, Ruocco, Santucci, Tega, Telmon, Turco, Zanardo.
Lunedì 4: occupazione di Lettere e Giurisprudenza. A Lettere gli studenti cercano più volte il confronto con il Prof. Spongano il quale puntualmente abbandona l’aula.
Si allarga, a Magistero, la solidarietà di docenti e assistenti nei confronti del movimento. Firmano in suo appoggio: C. Consolini, V. Pallotti, M. Ruosco, F. Frabboni, M. Gattullo, M. G. Salvatores, L. Biondi, F. Torquati, L. De Mauro, G. Ropa, W. Romani, A. Serpieri, E. Lodini, V. Telmon, M. Manini, L. Turco, A. Pini, A. Cavazza, F. Curi, R. Cremante, M. Antonini, G. Celli, W. Tega, A. Zanardo, R. Rizzo.
Assemblea a Magistero con la partecipazione di studenti di Lettere di Roma, Architettura di Firenze, Sociologia di Trento.
Martedì 5: occupazione di Medicina e Scienze politiche. Salgono a sei le facoltà occupate.
Il prof. Andreatta invoca maggiore autonomia didattico-scientifica per i singoli Atenei per ottenere spazi di sperimentazione e l’accoglimento di alcune istanze del movimento. A tal fine propone di sospendere il testo unico universitario.
L’assemblea di Scienze politiche boccia la proposta-Andreatta.
Mercoledì 6: si riunisce il Consiglio di facoltà di Lettere. Pur condannando la violenza e gli eccessi si dichiara aperto al dialogo.
Giovedì 7: assemblea generale all’Istituto di Fisica con un migliaio di studenti (“Resto del carlino”) e manifestazione in Via Zamboni. Nelle facoltà occupate (6) emergono con forza temi politici e ideologici come la non neutralità della scienza; viene richiesto il riconoscimento dell’assemblea e del suo potere decisionale, si rifiuta la cogestione e la mediazione con strutture e organi giudicati non riformabili.
Il Rettore F. Battaglia minaccia gli studenti di Fisica e ricorda loro le conseguenze penali in caso di danneggiamento dei materiali presenti nella facoltà.
Venerdì 8-sabato 9: sciopero del personale non docente dell’università per rivendicazioni di categoria.
Sabato 9: occupazione del Liceo Fermi. Si contesta l’obsolescenza delle strutture e della didattica, si rivendica maggiore partecipazione nella definizione dei programmi.
Gli assistenti di Fisica denunciano come esempio di autoritarismo accademico una lettera loro inviata dal Preside della facoltà di Scienze, G. Cimino, in cui si chiede di schierarsi con chiarezza a favore o contro il movimento.
Il Comitato federale del PCI appoggia ufficialmente la mobilitazione studentesca.
Domenica 10: l’assemblea del Liceo Fermi sospende l’occupazione come apertura di credito ad una commissione appena formata di professori e studenti, incaricata di elaborare proposte di riforma.
Lunedì 11: i professori di ruolo dell’Istituto di Fisica “Righi” Bassi, Caputo, Zichichi, Ceccarelli, Clementel, Ferretti, Puppi, firmano un documento in cui si propone: la costituzione di un Collegio di docenti di ruolo con rappresentanti di incaricati, assistenti, ricercatori; il riconoscimento dell’assemblea studentesca e l’istituzione di un referendum consultivo richiesto dal Collegio o dal 25% degli studenti.
Domenica 10: occupazione del Liceo Righi.
Lunedì 11: liberazione del Righi.
Occupazione dell’aula di chimica dell’Istituto Aldini-Valeriani.
Prosegue l’occupazione di Fisica, Magistero, Scienze politiche, Lettere, Medicina, Giurisprudenza.
Gli studenti di Ingegneria interrompono le lezioni per cinque giorni.
Martedì 12: incontro-dibattito al circolo culturale “Cesarini” della Bolognina su “crisi dell’università, crisi della democrazia” con gli studenti aderenti al movimento Franco Berardi, Francesco Garibaldo, Roberto Grandi.
Si formano collegamenti tra università, società, classe operaia.
Mercoledì 13: dibattito a Medicina sulla politicità della scienza con G. Bocca e F. Basaglia.
Lunedì 18: i Presidi degli Istituti superiori inviano lettere ai genitori degli studenti per esortarli a far cessare le occupazioni.
Giovedì 21: occupazione di Chimica industriale.
Venerdì 22: si dimette, dopo dodici anni, per ragioni di salute il Rettore F. Battaglia. Viene sostituito, sino alla rielezione, dal pro-rettore Supino.
Sabato 23: il Consiglio di facoltà dei professori di Chimica appoggia l’occupazione.
Su pressione del Ministero di pubblica istruzione il Rettore Battaglia sospende le dimissioni.
Mercoledì 27: manifestazione a sostegno del popolo vietnamita promossa da studenti e docenti dell’università J. Hopkins in Piazza Minghetti; segue una veglia di 24h e un digiuno di alcuni studenti. Partecipano anche gli studenti medi.
Restano occupate tra le scuole medie superiori il Liceo Righi e l’Istituto Aldini-Valeriani.
Il Senato accademico approva la costituzione di commissioni paritetiche in ogni facoltà.
Venerdì 29: conferenza stampa degli studenti di Fisica in cui sono rese note le posizioni del Movimento sulle proposte del Senato: si rifiuta ogni ipotesi di cogestione e rivendica il riconoscimento politico della libertà d’organizzazione e dell’autonomia del Movimento.
Sabato 30: il Consiglio di facoltà di Lettere deplora la degenerazione degli ultimi avvenimenti e l’allontanamento del movimento da contenuti strettamente universitari. Delibera la costituzione di tre commissioni di studio per la riforma a cui sono invitati gli studenti previa liberazione della facoltà. L’assemblea degli studenti esaminate le proposte non vi ravvisa alcun fatto nuovo e rivendica il riconoscimento pieno del potere assembleare.

Aprile
Martedì 2: assemblea generale dell’ANPUI bolognese. L’associazione si schiera per un riformismo radicale, respingendo la distinzione secca tra riforme e rivoluzione. Si ribadisce la validità della “contestazione globale” come unica forma di lotta in grado di scuotere l’università.
I docenti di Magistero continuano ad avere un atteggiamento dialogante. Stabiliscono l’ingresso di cinque assistenti e cinque incaricati nel Consiglio di facoltà (gli studenti rifiutano), approvano nuove sperimentazioni didattiche.
Venerdì 5: occupazione dell’Istituto di Zoologia.
Lunedì 8: alcuni docenti di Fisica (Zichichi, Clementel, Puppi, Cimino) si barricano dentro l’Istituto nucleare per riprendere l’attività, le lauree, la ricerca e sbloccare la situazione. Gli studenti picchettano l’ingresso per isolarli (mangiano i viveri ad essi destinati) e occupano la sede centrale dell’università. Nel pomeriggio i professori abbandonano l’aula.
Gli studenti di Magistero abbandonano l’occupazione dopo l’accoglimento di alcune istanze studentesche; conservano solo un’aula.
Lotte operaie alle fabbriche Weber, Sabiem, Menarini, Ravaglioli.
Venerdì 12: manifestazione e corteo da Piazza Scaravilli a Piazza Maggiore contro l’attentato a Rudi Dutschke .
Mercoledì 17: il Senato accademico concede “tre punti” agli studenti.
1) Sospensione della didattica per un giorno alla settimana per i lavori del movimento.
2) Un’aula libera tutti i giorni per ogni facoltà.
3) Gestione dei fondi versati dagli studenti stessi, prima destinati all’ ORUB
Venerdì 19: liberata dagli studenti la sede centrale dell’università in risposta alle concessioni del Senato.
Proseguono le lotte operaie in alcune fabbriche tra cui la Menarini.
Sabato 20: il Rettore conferma le dimissioni.
Lunedì 22: nuova occupazione della sede centrale contro il divieto di svolgere attività didattica a Giurisprudenza.
Restano occupate: Fisica, Lettere, Chimica industriale, Giurisprudenza, Scienze politiche; occupazione aperta a Medicina e chirurgia.
Si dimette il sindaco revisore dell’ ORUB, M. Sansoni, per protestare contro i provvedimenti del Senato accademico.
Giovedì 25: manifestazione cittadina in Piazza Maggiore per celebrare la Liberazione. G. Cella, uno studente iscritto ad Intesa, che doveva parlare a nome del movimento è contestato da un gruppo di giovani, inneggianti le bandiere del Fronte di Liberazione Vietnamita.
Alcuni Consigli di facoltà (Lettere e Scienze politiche) esprimono perplessità in merito alle concessioni del Senato accademico.
Venerdì 26: manifestazione alla Bolognina. Gli studenti si recano davanti alle fabbriche Acma, Cevolani, Minganti; molti operai si uniscono al corteo che arriva fino a piazza Maggiore con più di tremila persone (“L’Unità”).

Maggio
Mercoledì: manifestazione in piazza Maggiore per la festa dei lavoratori con un messaggio-documento inviato dal movimento.
Giovedì 2: liberazione della centrale e di Fisica.
Venerdì 3: decisione, presa in assemblea, di liberare Lettere e Giurisprudenza.
Lunedì 6: trasferite le funzioni di Rettore a W. Bigiavi.
Continua la lotta alla Sabiem.
Il preside G. L. Tessoni dell’ITIS di Via P. Palagi minaccia gli studenti di togliere la gita scolastica in caso di manifestazioni.
Un gruppo di docenti ordinari, incaricati e assistenti sottoscrive un documento contro la repressione delle istanze di rinnovamento espresse dal movimento studentesco. Sono: L. Anceschi, A. Bellettini, L. Bergonzini, M. Bosinelli, R. Canestrari, V. De Sabbata, F. De Simoni, G. Favilli, P. Fortunati, E. Fuschini, F. Galgano, M. Gattullo, P. Gazzi, A. Gili, C. Izzo, F. Mancini, C. Maroni, A. Matteuzzi, G. F. Minguzzi, A. Montanari, P. Montanari, O. M. Olivo, A. Parmeggiani, E. Pezzoli, C. Poni, P. Predi, G. Prodi, O. Rimondi, I. Scardovi, L. Tansini, F. Tassinari, R. Tolomelli, P. Valesio, P. Veronesi, R. Zangheri.
Giovedì 11: cessa l’occupazione di Giurisprudenza.
I “cinesi” (marxisti-leninisti) invitano a votare Mao nelle elezioni politiche annullando, in tal modo, il voto.
Mercoledì 15: manifestazione del partito marxista-leninista, nato a Livorno nel 1966, alla sala dei Trecento di Palazzo Re Enzo. Si invitano i militanti ad annullare la scheda alle elezioni.
Giovedì 30: manifestazione studentesca e operaia nel centro di Bologna.

Giugno
Mercoledì 5: occupazione di Magistero e Giurisprudenza. Sotto accusa è messo il sistema delle firme di presenza alle lezioni e degli esami.
Venerdì 7: manifestazione di categoria dei metalmeccanici con comizio in piazza Maggiore di B. Trentin segr. della FIOM. Anche gli studenti partecipano.
Le fabbriche bolognesi sono in agitazione: la Pancaldi continua la lotta per la contrattazione dei ritmi e per ottenere un comitato di difesa della salute. Anche i braccianti si mobilitano contro gli agrari.
Lunedì 10: costituito un comitato di difesa dell’università mirante a contrastare “la demagogia e l’estremismo” del movimento e ad elaborare proposte di riforma.
Martedì 11: l’ORUB si dissocia dal neonato Comitato.
Mercoledì 12: sciopero alla Pancaldi e picchettaggio per ottenere l’indennità di cottimo e l’indennità di mensa (in attesa della mensa).
Giovedì 13: occupazione per una giornata di Lettere, nonostante il voto contrario della maggioranza degli studenti presenti al momento della votazione.
Giovedì 20: occupazione della Pancaldi.
Lunedì 24: manifestazione di solidarietà davanti alla Pancaldi (Croce Coperta) promossa dai giovani del PCI, PSIUP, PSU.
Sabato 29: è eletto Rettore il prof. T. Carnacini, cattedra di diritto processuale civile.

Luglio
Giovedì 11: massicci scioperi nel settore dell’abbigliamento e al calzaturificio Magli.
Martedì 23: manifestazione antifascista organizzata al cinema “Felsineo” da studenti greci con adesione dei partiti di sinistra.
Viene costituita, per iniziativa accademica, una Commissione universitaria con il compito di elaborare materiale per la riforma da mettere a disposizione di una futura assemblea costituente aperta a tutte le componenti dell’università. La Commissione è composta da professori di ruolo, incaricati, assistenti e personale non docente per un totale di trentuno membri, presieduti dal prof. G. Evangelisti. I docenti sono: Rescigno, Andreatta, Fortunati, Anceschi, Fasoli, Bonetti, Caglioti, Mannino, Ghigi, Funaioli, Canova, Viviani. Gli assistenti e incaricati: Bonini, De Vergottini, Moroni, Coco, Prodi, Coccheri, Zamorani, Ricci, Cucchi, Amorosa, Folloni, Govi, Pezzoli. Gli studenti rifiutano la partecipazione.
Alla fine di luglio continua la lotta alla Pancaldi. La proprietà pretende il licenziamento di cinquanta operaie per firmare il contratto.
Venerdì 26: manifestazione sindacale alla Pancaldi in sostegno all’occupazione.
Mercoledì 31: è insediata la Commissione per la riforma.

Agosto
Martedì 6-mercoledì 7: continua la trattativa alla Pancaldi. Vengono acquisiti dalle lavoratrici i punti relativi alla difesa della salute e alla parte economica. Gli studenti che avevano partecipato all’inchiesta seguono la vicenda.
Venerdì 9: è firmato l’accordo dopo oltre un mese d’occupazione. I punti essenziali sono:
- aumento indennità di cottimo e sostitutiva di mensa
- pause retribuite alla catena e allo stiro
- impegno per la contrattazione della qualifiche, costruzione della mensa e difesa della salute
- riassorbimento dell’intero organico
- annullamento della denuncia per danni nei confronti del sindacato
- riduzione dell’orario di lavoro

Settembre
Domenica 22: convegno dell’associazione studentesca di destra “Giovane Italia” al cinema Imperiale. Si verificano scontri con un presidio antifascista organizzato dal movimento studentesco all’esterno. Al termine, viene reso omaggio al sacrario dei Caduti partigiani in piazza Nettuno.
Martedì 24: assolti alcuni studenti responsabili di aver fatto la questua in solidarietà con gli arrestati del 21 maggio 1967.

Ottobre
Mercoledì 2: congresso nazionale di medicina del lavoro. Gli studenti contestano e vengono malmenati dalla polizia, qualcuno anche arrestato (tre universitari e un liceale). Viene espressa solidarietà dal sindacato e dalle operaie della Pancaldi.
Giovedì 3: assemblea ad Anatomia sul rapporto operai-studenti.
Venerdì 4: interrogazione parlamentare sui fatti del 2.
Lunedì 7: scarcerati gli studenti arrestati.
Martedì 8: occupazione di Lettere da parte di studenti contrari al movimento, appartenenti in buona parte al Comitato di difesa.
Manifestazione del movimento studentesco alla Bolognina contro la repressione: bruciate alcune copie del “Resto del carlino”.
Mercoledì 9: liberazione di Anatomia.
Giovedì 17: mobilitazione delle scuole superiori. Al Liceo Galvani gli studenti manifestano contro l’allontanamento del professore di religione Franchini. Il preside del Liceo Righi minaccia provvedimenti in caso di turbamento delle lezioni.
Giovedì 24: convegno nell’aula magna di Economia sul “marketing”. Gli studenti, impedito loro l’ingresso, decidono di occupare.
Venerdì 25: occupazione della fabbrica Ducati da parte degli operai che ne auspicano l’ “irizzazione” per rilanciarla.
Sabato 26: all’ITI gli studenti medi manifestano per avere l’uso di un locale.
Lunedì 28: occupazione dei primi due piani di Economia a seguito di un episodio avvenuto durante il Consiglio allargato di facoltà con la presenza di studenti, incaricati ed assistenti. Il prof. W. Ciusa, preside di facoltà, dopo un diverbio, viene alle mani con il dott. Pezzoli, rappresentante degli assistenti; si scatena un parapiglia nel quale è coinvolto anche uno studente (G. Bernabei). L’incidente rilancia la lotta.
Sciopero all’ITI Belluzzi.
Martedì 29: assemblea ad Economia. Vengono chieste le dimissioni di Ciusa e si respinge il progetto di riforma Andreatta che prevede per gli studenti di Economia una preparazione-collocazione tecnico-operativa e per quelli di Scienze politiche teorico-programmatica.
Si susseguono assemblee nelle facoltà.
Occupazione della sede centrale ad opera di “azione universitaria” contro il movimento e al contempo contro il funzionamento dell’università.
I proff. Zangheri e Fortunati chiedono le dimissioni del preside di Economia Ciusa.
All’ospedale psichiatrico “Roncati” entrano i temi del movimento: studenti, medici, degenti, infermieri discutono in assemblea di psichiatria e contestazione.
Mercoledì 30: occupazione di Scienze politiche e Giurisprudenza e liberazione della sede centrale.
ANPUI e UNAU denunciano irregolarità nell’assegnazione di incarichi universitari.

Novembre
Mercoledì 6: comincia lo sciopero di ANPUI e UNAU.
Occupazione di Fisica. Gli studenti reclamano le dimissioni di Ciusa.
Sit-in e manifestazione di protesta al Liceo Galvani.
Giovedì 7: gli studenti medi delle scuole Galvani, Righi, Aldini, ITIS scendono in Piazza in circa cinquemila (“L’Unità”). Si verificano scontri davanti al Galvani con studenti di destra. Viene occupato l’ Aldini.
Venerdì 8: la polizia carica e picchia gli studenti dell’ITIS.
Domenica 10-Martedì 12: a Roma si tiene il convegno nazionale dei rappresentanti di incaricati e assistenti. Si registra una spaccatura tra chi appoggia senza riserve il Movimento e crea l’ANDS (associazione nazionale docenti subalterni) e chi è critico e dà vita all’ANRIS (associazione nazionale per la ricerca e l’insegnamento superiore). Anche a Bologna si riproduce la spaccatura.
Martedì 12: il Consiglio superiore della pubblica istruzione approva il piano di riforma di Scienze politiche. Prevede un biennio propedeutico e poi quattro indirizzi di specializzazione: storico, sociologico, economico e amministrativo.
Manifestazione degli studenti medi in via Benedetto XIV (sede del provveditorato). Chiedono:
- assemblea d’Istituto
- dimissioni dei presidi responsabili dei pestaggi
- dimissioni del comandante dei carabinieri responsabile dei pestaggi
- scarcerazione degli studenti arrestati
- impunità per gli studenti in lotta
La Cgil scuola raccoglie firme tra i professori in solidarietà agli studenti.
Mercoledì 13: la polizia sgombera l’ITI.
Sciopero e manifestazione degli Istituti: Marconi, Pier Crescenzi, Manzoni.
Giovedì 14: sciopero generale indetto da cgil-cisl-uil per le pensioni; il corteo sindacale incontra quello studentesco (circa quattromila studenti medi, “Il carlino”).
Tutte le scuole superiori sono in fermento tra scioperi e assemblee.
Con una conferenza stampa i goliardi annunciano di intervenire autonomamente, al di fuori del movimento, nella lotta per la riforma universitaria.
Venerdì 15: gli studenti dell’ITIS rioccupano la sede in via Saragozza.
I goliardi impediscono un’assemblea di studenti medi nelle aule Lettere. Si verificano scontri in cui sono coinvolti anche operai del gas chiamati in zona universitaria per un guasto.
Le facoltà occupate sono quattro: Magistero, Scienze politiche, Giurisprudenza e Economia.
Domenica 17: aggressione dei fascisti dell’associazione “Giovane Italia” e del MSI agli ex partigiani della guerra di Spagna riuniti a convegno.
Lunedì 18: assemblea dibattito ad Economia con il Rettore Carnacini per discutere del piano Andreatta di riforma di Scienze politiche. Il Rettore condanna la violenza.
Il consiglio comunale e provinciale si schierano con gli studenti.
Martedì 19: manifestazione cittadina antifascista in piazza Maggiore con la presenza di deputati, senatori e sindaco. Viene espressa solidarietà al Vietnam, condanna del regime dei colonnelli in Grecia e della repressione degli studenti in Italia.
Mercoledì 20: occupazione simbolica di un giorno della facoltà di Lettere ad opera di alcuni studenti greci per richiamare l’attenzione sulla condanna a morte del patriota Panagulis.
Occupazione dell’ITIS.
Giovedì 21: termina l’occupazione di Scienze politiche e Giurisprudenza.
Trasformato in legge con decreto del Presidente della Repubblica il piano di riforma di Scienze politiche.
Cessazione dell’occupazione dell’ITIS.
Martedì 26: R. Zangheri in consiglio comunale deplora l’intervento della polizia responsabile di estremizzare le posizioni degli studenti, bisogna viceversa comprendere le ragioni della protesta - afferma -  che affondano nel carattere classista e discriminatorio della scuola.
Entrano in agitazione gli studenti di Veterinaria. Chiedono l’allungamento del corso di laurea da quattro a cinque anni.
Domenica 29: nasce a Bologna l’ADUS e scompaiono ANPUI e UNAU. Chiede:
- finanziamento pubblico dell’università per renderla autonoma dai condizionamenti dei centri di potere economico
- maggiore investimento nella ricerca
creazione dei dipartimenti e di una figura unica di docente-ricercatore con mobilità di funzioni ma stabilità di ruolo e pienezza di diritti-doveri
- salario agli studenti e superamento della scuola di classe.

Dicembre
Lunedì 2: liberazione di Magistero.
Sciopero a tempo indeterminato degli psichiatri ospedalieri.
Martedì 3: inaugurazione dell’anno accademico nella facoltà occupata di Economia.
Manifestazione cittadina in piazza Maggiore, con la fitta presenza di operai e studenti, contro la “repressione”. Il casus belli è l’eccidio di Avola.
Giovedì 5: sciopero al Liceo Fermi per la sospensione di due studenti. Manifestazione degli studenti medi in solidarietà con i sospesi.
Durante il Consiglio di facoltà di Economia, il preside Ciusa è sfiduciato dai prof. Bellettini, Galgano, Muracchini, Zangheri, cionostante non si dimette.
Venerdì 6: occupazione del Liceo Fermi contro la repressione e per ottenere il riconoscimento dell’assemblea.
Incidenti alla segreteria di Giurisprudenza per la presenza di un brigadiere (Ippolito) della squadra politica.
Martedì 10: nell’aula magna si tiene lo spettacolo teatrale “Il rituale” dal Prometeo di Eschilo a cura dell’Istituto di studi musicali e teatrali.
Sabato 14: liberazione di Economia. Si cercano nuovi strumenti di lotta rivendicando le ragioni della protesta. Gli esami si tengono normalmente.
Sabato 21: sciopero delle commesse dei grandi magazzini. Gli studenti manifestano con loro in via Rizzoli e via dei Mille cercando di entrare in massa nei magazzini.
Domenica 22: si conclude il congresso del PCI bolognese con relazione di E. Berlinguer. Su stimolo dei giovani, viene appoggiato esplicitamente il movimento studentesco.