Ricordi Formatasi nel '68 milanese e, prima ancora, quando partecipò, come "angelo del fango", nel 1966, al movimento di sorelle e fratelli di una gioventù che si riversò, a Firenze, a "spalare la mota" e salvare il patrimonio librario della Biblioteca Nazionale Ricordiamo, con dolore e immenso affetto, Patrizia Arnaboldi. Ci ha lasciato. Siamo più soli. Patrizia, una comunista colta e, insieme, umile ha costruito segmenti rilevanti di democrazia costituzionale. Formatasi nel ’68 milanese e, prima ancora, quando partecipò, come “angelo del fango”, nel 1966, al movimento di sorelle e fratelli di una gioventù che si riversò , a Firenze, a “spalare la mota” e salvare il patrimonio librario della Biblioteca Nazionale , colpito duramente dall’alluvione. Patrizia è stata insegnante , esperta di informazione (il circuito delle radio libere di Popolare nasce dalla intuizione di un gruppetto di demoproletarie e demoproletari). Storica militante comunista, Patrizia ha attraversato, con lucida passione, tutte le vicende della Nuova Sinistra, dalla Statale di Milano sino a Rifondazione Comunista. E ha sempre animato quel primo forum delle compagne che riuscì a mettere in crisi le pratiche della “sua” Democrazia Proletaria, partito troppo “maschilista”. Fu deputata di Milano e, poi, presidente del gruppo di Dp alla Camera, quando la scissione verde dimezzò il gruppo( ma Patrizia tentò di tenere , comunque, unito il gruppo). La colpì, poi, una malattia feroce , che ne segnò il corpo ma non lo spirito; ha lottato sempre, fino all’ultimo giorno, per gli oppressi e la pace, per il “disarmo unilaterale”. Un episodio emblematico: appena tre anni fa Patrizia, che non stava bene, ha preso un treno da Milano a Salerno per andare a presentare il libro, scritto da Alfio, “L’agile mangusta. DP e gli anni ottanta”. Era felice, perché era legatissima alle vicende di Dp e considerava quel libro un regalo alla pattuglia combattiva di parlamentari demoproletari che il tempo, inesorabilmente, porta via. Patrizia è stata la prima a camminare, con noi, nella nostra aspra “traversata nel deserto”. Ha tentato di costruire un “partito strumento”: strumento dei movimenti di massa, finalizzato all’autorganizzazione dei soggetti sociali anticapitalistici, in primo luogo la classe operaia. Ricorderemo Patrizia, in maniera collettiva, a settembre. Ci manca tantissimo.