Immagini

Zoom-in

Recovery Fund approvato dal Parlamento UE

Approvato in via definitiva dal Parlamento Europeo, nella sessione plenaria del 10 febbraio scorso, il regolamento di governance del Recovery Fund, ossia il Recovery e Resilience Facility (RRF) che definisce obiettivi, risorse e modalità di accesso e di utilizzo del fondo europeo da 672,5 miliardi di euro, per supportare gli Stati Membri della UE nei programmi di contrasto al Covid e di rilancio economico per la ripresa dopo la grave crisi scaturita a seguito del dilagare della pandemia.

Si tratta dello strumento chiave più consistente e corposo del Programma europeo “Next Generation EU”, finalizzato a sostenere la ripresa degli stati membri nell’uscita dalla crisi generata dal Covid-19 (pilastro 1), a rilanciare l’economia e aiutare gli investimenti privati (pilastro 2) e a trarre insegnamento dalla crisi con l’intento di costruire un’Europa più resiliente, verde e digitale (pilastro 3).

E’ infatti all’interno del primo pilastro di questo programma di 750 miliardi che il Recovery and Resilience Facility si colloca, portando agli Stati membri prestiti e sovvenzioni per un ammontare di 672,5 miliardi di euro, di cui 377,5 in sovvenzioni e 360 in prestiti, per fornire un sostegno finanziario quasi immediato ai paesi in difficoltà e bisognosi di rapidi interventi a favore della ripresa.

Lo strumento Recovery and Resilience Facility è articolato in sei pilastri: transizione verde; trasformazione digitale; coesione economica, produttività e competitività; coesione sociale e territoriale; salute, resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per la prossima generazione. E’ in base a questa suddivisione che gli Stati membri, per beneficiare delle risorse, devono presentare un proprio Piano di ripresa e resilienza (PNRR), che definisce il programma nazionale di investimenti e riforme sostenuti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Tale piano deve essere coerente con le raccomandazioni specifiche per Paese dettate dall'Unione europea nell’ambito del Semestre europeo, ma anche con gli obiettivi della nuova strategia per la crescita definita dal Green Deal europeo e dalla Trasformazione digitale. Si richiede infatti che almeno il 37% della spesa per gli investimenti e le riforme prevista in ciascun Piano nazionale venga destinato al conseguimento degli obiettivi climatici, mentre almeno il 20% dovrà riguardare la transizione digitale.

Gli Stati membri hanno tempo fino al 30 aprile 2021 per presentare i loro PNRR (Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza). Successivamente, con l’approvazione dei Piani nazionali, ciascuno Stato membro potrà ottenere un prefinanziamento pari al 13% dell'importo complessivo assegnato per quel Paese. Quindi anche per l’Italia sarà possibile ottenere consistenti finanziamenti fin dal 2021.

I fondi saranno erogati al completo entro la fine del 2023 (il 70% entro la fine del 2022, il restante 30% nell’ultimo anno). Gli investimenti programmati dagli Stati in base ai fondi ottenuti dovranno essere realizzati entro il 2026.

Commissione europea

Regolamento

 

Ultimo aggiornamento: mercoledì 24 febbraio 2021