Torre Carrari
E' la Torre Carrari, forse uno dei pochi resti non del
tutto"apocrifi" del singolare - ma ben fatto - complesso edilizio in
falso antico in stile romanico-gotico, ricostruito negli anni Venti a
discapito dell'antica trama medievale di strade anguste e pittoresche.
Sagoma snella e poco appariscente, considerato lo spessore dei muri è
possibile che anche all'epoca misurasse gli attuali 22 metri. Si può
quindi parlare con più precisione di una casatorre, eretta dalla
famiglia Carrari a cavallo tra il XII e XIII secolo. Le casetorri
rappresentano uno dei culmini della maestria muraria medievale. Via di
mezzo tra la casa lignea e quella in muratura, coniuga una maggior
abitabilità alla solidità, all'igiene e alla sicurezza, strutturale e
degli abitanti.
La famiglia Carrari in origine era proprietaria di una grossa fetta
di isolato tra le attuali vie de' Toschi, Marchesana e Foscherari, dove
possedevano la loro chiesa gentilizia, la loro residenza con annesse una
torre e la casatorre, l'unica che, appunto, oggi è ancora visibile.
Successivamente chiesa e casatorre passarono alla famiglia Foscherari,
da cui il nome della via limitrofa. Ci si può facilmente accorgere, il
che è curioso e indicativo di come si sviluppassero le dinamiche
ereditarie tra le famiglie gentilizie, che i Foscherari in fondo non
fossero estranei, ma un altro ceppo della stessa famiglia, derivati
appunto da un certo Fosco Carrari. In ogni caso, nel 1484 la piccola
torre è stata acquistata per 1.200 lire e dopo vari ulteriori passaggi,
nel Settecento passò in eredità alla Fabbriceria di San Petronio.
L'Istituto, sorto nel 1390 per coordinare i lavori di costruzione e -
successivamente - manutenzione della Basilica, gestiva le risorse
economiche ad essa dedicate e aveva tra le proprie fonti d'entrata
proprio le acquisizioni da eredità, qualora non vi fossero parenti oltre
il quinto grado pronti a rilevarle. Acquistata poi dalla Società di
Rinnovamento Edilizio, è stata inserita nel progetto di rifacimento in
falso antico dell'Architetto Arata, che, come visto, l'ha
sostanzialmente salvaguardata.
Ultimo aggiornamento: giovedì 20 settembre 2012