Torre Bertolotti
Siamo all'incrocio tra via Castiglione e via Farini, sotto il portico
dell'imponente sede centrale della Cassa di Risparmio, realizzata da uno
dei protagonisti dell'eclettismo italiano, Giuseppe Mengoni, noto negli
stessi anni (1868) per la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele
di Milano. Guardando in alto alla propria destra, è possibile scorgere,
in quella che invero oggi è un'altana, la Torre Bertolotti. Ormai parte
integrante e difficilmente distinguibile della casa eretta dai Saraceni
alla fine del Quattrocento, può essere meglio scorta attraversando la
strada e dopo aver preso a destra, girando per il piccolo vicolo San
Damiano alla sinistra. I Bertolotti, famiglia di mercanti, divennero
celebri per la fabbricazione di un prodotto assai raro, ma essenziale,
come la pergamena. Questo mercato fruttò loro tanto prestigio e denaro
da potersi permettere di innalzare una torre, con annesso opificio per
la fattura del pregiato prodotto. L'opificio sfruttava le acque sia del
canale di Savena e del torrente Aposa, che scorreva proprio lì sotto,
mentre oggi, purtroppo, è interrato. La Torre quando è stata costruita
nel XII secolo, doveva essere anche più alta di come la si vede oggi,
prima della mozzatura subita nella seconda metà del Quattrocento. Dopo
un periodo di affittanze della Torre, i Bertolotti finirono per vendere
tutti i loro complessi alla famiglia dei Clarissimi. Ma non è così
semplice. Avvicinandosi alla parete della casa, è possibile vedere una
lapide, leggiamola insieme: "Qui sorgeva la torre di Alberto Clarissimi
elevata nel Millecento e mozzata e trasformata in altana nel 1469".
Bene: la questione è dibattuta, ma sicuramente questa targa è sbagliata!
Innanzi tutto, come si è detto, la torre non è stata costruita dai
Clarissimi, che ne furono soltanto i possessori dalla fine del XIII
secolo. Secondo, la data del 1100 va intesa come secolo e non come anno
preciso, come piuttosto appare, ed infine, anche la data del 1469 sembra
non essere precisa. Infatti si è scoperto che le trasformazioni subite
dalla torre e dall'intero complesso dimostrano la loro appartenenza agli
ultimi anni del XV secolo e, per altro, rappresentano uno degli esempi
meglio conservati dell'architettura di quell'epoca. Colma di errori sì,
ma in fondo pur sempre rievocativa e a ricordo di un glorioso restauro
dell'intero complesso intorno agli anni Trenta per opera della Cassa di
Risparmio di Bologna che ne è entrata in possesso a fine Ottocento.
Ultimo aggiornamento: giovedì 20 settembre 2012