Torre Accursi

Torre Accursi
Piazza Maggiore, e forse più nota come torre dell'Orologio. Povero Accursio, che ne era il proprietario, ormai dimenticato per lasciar posto allo scorrere del tempo... Accursio venne da quel di Firenze a studiar legge a Bologna e una volta divenuto illustre giurista volle costruirsi la sua casa, una costruzione molto grande in cui teneva anche una scuola, con il portico verso la piazza e una torre in angolo. Quindi parliamo propriamente di una bella casatorre, posto che c'è chi sostiene che la torre fosse addirittura pre-esistente. Poco importa, alla fine, visto che venne comunque inglobata dalla residenza di Accursio, che, a sua volta, poco dopo la sua morte, venne acquistata, inglobata - per non dire demolita - dal nuovo Comune, in fase di espansione. Con la vendita della casa, degli Accursi sulla scena rimarrà solo il nome dato al futuro municipio di Bologna, cosa che nemmeno Accursio stesso si sarebbe mai aspettato.

Per il resto, ciò che ancor'oggi salta agli occhi è l'enorme orologio meccanico, posto sulla facciata della Torre nel 1444. Alla meridiana posta sulla torre dell'Arengo restava il compito di segnare le ore diurne e soprattutto il mezzogiorno, rispetto a cui venivano tarati tutti gli altri orologi, mentre dal 1451 il nuovo meccanismo inizia a scandire anche la notte. Per alloggiare il nuovo orologio la vecchia torre viene un po' alzata e completata con una torri cella di modeste dimensioni e consistenza. Fatta soprattutto di legno, bastarono i "fuochi d'allegrezza" per festeggiare il nuovo papa Alessandro VI a far prendere fuoco a tutto, nel 1492. Si decide così di ripristinare la cima, con un nuovo progetto: un cupolino aereo sorretto da otto pilastri in macigno e ricoperto da una calotta di rame. Un ultimo tocco: un carosello di statue in legno (i magi, un cavaliere, un angelo e una tromba), che ad ogni ora uscivano da una porticina e si inchinavano davanti a un'immagine della Madonna col Bambino. Inchino destinato a rinnovarsi fino al 1796, quando, guastatosi il vecchio meccanismo, decisero di spazzar via tutto piuttosto che aggiustarlo, in un'ottica di austerità "giacobina" che aveva preso piede in mezza Europa. Fino a metà ottocento del carosello almeno rimaneva la nicchia dove stava la Madonna, proprio a metà della serie dei beccatelli in mattoni che ancor'oggi si vede prima della cima della torre, nonché un giro di figure e fregi di discreta fattura. Ma dopo il pesante intervento di restauro di tutto il palazzo, eseguito fra il 1885 e il 1887 da Raffaele Faccioli, dalla torre venne rimosso il parapetto rinascimentale a pilastrini, sostituito con la fascia di mattoni che vedi attualmente, evidentemente considerata più adatta al nuovo aspetto complessivo del palazzo, di ritrovato stile medievale. Infatti il porticato ora visibile sotto palazzo d'Accursio è relativamente recente: provando a immaginare questo pezzo dell'edificio, chiuso così com'è nella parte che si affaccia su piazza Nettuno, si avrà un'idea migliore di come si presentava prima del 1887, ovvero prima di quell'operazione definita di "sbaroccamento", da cui si è salvato giusto il cupolino.

Ultimo aggiornamento: giovedì 20 settembre 2012