LABORATORIO ADVOCACY

Quando parliamo di Advocacy e partecipazione pubblica spesso ci dimentichiamo che queste azioni partono da un'azione da parte del singolo individuo, che partendo dalle proprie motivazioni cerca di organizzare un'azione collettiva per attuare un cambiamento su un argomento e/o situazione sociale.

Parlando del singolo, sono diverse le motivazioni che portano le persone ad attivarsi nel campo dei diritti e rivendicazioni.

Ne proviamo ad elencare qualcuna:

  • Bisogno: gli individui, in quanto animali sociali, hanno bisogno di socialità, di stare tra loro occupandosi gli uni degli altri attraverso tematiche che possano in qualche maniera avere un impatto nel cambiare in meglio la società;

 

  • Vitalità: Occuparsi degli altri, toccando con mano i loro problemi o bisogni dà un senso alla propria azione e visione della vita;
  • Identità: attivandomi per gli altri ho la possibilità di conoscere meglio me stesso ed alcuni lati di me;
  • Cambio di prospettiva: attivandomi per gli altri ho la possibilità di toccare con mano ed approfondire temi che altrimenti rimarrebbero superficiali ed astratti. Toccandoli con mano posso aver più elementi di valutazione che mi possono aprire anche a nuove prospettive di comprensione di certi fenomeni;
  • Formazione: stare in mezzo alle persone mette in condizione di costante conoscenza e formazione sociale; Una volta trovato il "perché", bisogna attivarsi per scegliere gli argomenti/situazioni su cui investire il proprio tempo concentrando su essi i propri sforzi.

Gli argomenti vengono scelti anche qui in base a diversi aspetti, alcuni dei quali sono:

  • Esperienze personali: l'aver subito o passato esperienze negative su un determinato argomento ed essendo poi riusciti a superare quell'esperienza, fa attivare le persone affinché quella situazioni non si ripeta a discapito di altri (es. episodi di esclusione, razzismo o fobie di vario genere);
  • Analisi dei bisogni del territorio/comunità: stare sui territori e viverli in maniera attiva ci mette in condizioni privilegiate nel conoscere i bisogni e problematicità del territorio o di alcuni gruppi e/o comunità;
  • Conoscenza dell'argomento: La scelta di un argomento viene fatta anche e soprattutto in base alla conoscenza riguardo a tale;

 

  • Scelta in base ai principi: siamo tutti mossi da principi, e più un argomento si avvicina verso uno di questi più siamo portati a voler contribuire a cambiare una determinata situazione;
  • Fattori economici: La scelta dell'argomento viene fatta a volte anche in base a fattori economici. È chiaro che attivarsi per gli altri richiede tempo e dedizione, se a questi non è associata anche una sostenibilità economica a lungo andare c'è il rischio di perdere in parte la passione che spinge verso quell'azione;
  • Strumenti a mia disposizione: La scelta dell'argomento viene fatta anche in base alle risorse a propria disposizione (es. se voglio aprire una scuola per insegnare la lingua madre chiaramente devo assicurarmi di avere a disposizione degli spazi e personale idoneo a svolgere questa attività).

Quando parliamo di Advocacy e partecipazione pubblica è chiaro che vengono attivate dall'azione di un singolo, che se non è sostenuta da un gruppo più ampio di persone, non produce effetti.

Dunque un altro aspetto centrale in ciò è creare azioni di sensibilizzazione per informare in primis le persone avvicinandole alla tematica che abbiamo scelto.

Per avvicinare le persone alle tematiche affinché si impegnino al nostro fianco sono diversi gli aspetti da tenere in considerazione, alcuni dei quali sono:

  • Ricaduta positiva: devo saper dimostrare come l'azione possa avere ricadute positive non solo sui singoli ma sulla società. Bisogna dimostrare che l'azione è win-win, in cui nessuno ci perde, ma tutti vincono;
  • Rendere visibili i problemi: spesso capita che le persone non sono consapevoli di certe situazioni in quanto abituate da sempre a vederle e considerarle secondo un'unica prospettiva. Facendo emergere le criticità "invisibili" si possono attivare meccanismi attraverso cui le persone si possano attivare per attuare il cambiamento sociale che auspichiamo;
  • Relazioni umane: più l'azione di sensibilizzazione ed avvicinamento è empatica verso gli altri, più si avrà la probabilità di attrarre ed ingaggiare le persone alla causa;
  • Comunicazione: più sarà chiaro, preciso, oggettivo, obiettivo e concreto il mio messaggio più le persone saranno attratte da questo;
  • Visibilità: più l'azione sarà visibile, conosciuta e riconosciuta dalla società più sarà facile per le persone avvicinarsi ad essa per contribuire al raggiungimento dell'obiettivo;
  • Conoscenza/formazione: più mi dimostrerò competente verso l'argomento più capacità avrò nel attrarre altri.

Una volta creato il gruppo bisogna poi scegliere il target a cui rivolgere la propria azione di Advocacy e partecipazione pubblica. La scelta del target è molto importante, in quanto spesso pensiamo che le azione di attivismo riguardino più in generale tutta la società, da istituzioni a politici, da associazioni a comuni cittadini. In realtà ogni azioni ha un target specifico, e se non riesco bene ad individuare ciò, sarà alto il rischio che la mia azione non produca effetti.

Più il target sarà chiaro e preciso più probabilità si avrà nel sviluppare azioni efficaci e proficue.

Nella scelta del target bisogna porsi delle semplici domande:

  • Qual è l'oggetto dell'azione?
  • A chi è rivolta l'azione? Istituzioni? Politica? Società civile? Una comunità? Una categoria? Giovani o anziani? Uomini o donne? Ecc…
  • Quali dati ho a disposizione? I dati sono importanti in quanto hanno la capacità di "quantificare" le varie situazioni.
  • Quali sono le relazioni che mi possono agevolare nell'azione? I contatti sono fondamentali, più questi sono sinergici e consolidati più facile sarà per me raggiungere i miei obiettivi.

Individuato il target bisogna mettersi all'opera. In ciò però bisogna tenere in considerazione che ci potrebbero essere anche altre realtà o gruppi che potrebbero perseguire i miei stessi obiettivi e finalità.

Partendo dal fatto che un'azione di advocacy è tanto più efficace quanto è corale e collettiva, bisogna comunque tenere in considerazione che entrando in contatto con le altre realtà associative e non, possono nascere delle difficoltà nel collaborare insieme:

  • Differenti visioni o approcci: lo stesso argomento può essere visto e trattato in maniere differenti;
  • Competizione: alcune realtà possono vivere la rivendicazione anche come competizione di cui il premio principale è la visibilità personale;
  • Protagonismo: alcuni vogliono essere i capofila e referenti non riconoscendo le capacità degli altri soggetti;
  • Divisioni storiche: Esistono purtroppo delle divisioni o conflitti radicati che precludono la collaborazione di soggetti tra loro, anche su tematiche comuni
  • Trasparenza: Se la mia azione non è limpida e trasparente sarà molto difficile che altri se ne possano interessare.

Queste chiaramente sono solo alcune delle difficoltà, l'elenco potrebbe sicuramente essere molto più ampio. Diciamo comunque che la chiave di successo di un'azione di advocacy sta nella parola "collaborazione". Pur tenendo in considerazione le difficoltà, bisogna sempre ricorrere al dialogo e mediazione per creare fronti quanto più ampi e coesi mettendo a base ciò che accomuna le azioni dei singoli mettendo da parte le divisioni o terreni di scontro.

Se si riesce a creare questo fronte comune si acquisisce una forza sociale che avrà molta più probabilità di successo davanti al nostro target.

 

Parlando di target, spesso questo è rappresentato da istituzioni o decisori politici.
Per approcciarsi a loro teniamo in considerazione che:

  • Non è scontato che siano o non siano sensibili alle nostre istanze;
  • Valutare il momento politico: chiaramente ci possono essere schieramenti politici più favorevoli o meno alle nostre istanze, valutare il momento ci consente anche di capire quali strumenti usare per fare advocacy;
  • Più sarò rappresentativo più sarà facile per le istituzioni darmi legittimità. Se mi presento da solo è un conto, se sono sostenuto da un gruppo più ampio riesco a mettere chiaramente più pressione di rappresentanza sulle istituzioni;
  • Più mi dimostrerò competente, non solo nella conoscenza dei temi ma anche del territorio e dei numeri più sarà facile per me persuadere alle mie istanze.

 

Sitografia – Risorse online su Advocacy

Strumenti di advocacy del Consiglio per il No Profit (ENG)

Risorse per advocacy sui diritti dei migranti (ENG)

Guida per azioni di advocacy da parte di associazioni no profit (ENG)

Toolkit Advocacy del Movimento Interreligioso per la Giustizia dei Migranti (ENG)

Manuale Advocacy di Open Science (ITA)

Corso online Advocacy e Diritti Umani (ITA)

Articolo su linee guida per advocacy (ITA)

Corso online di Advocacy per il No Profit (ITA)