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  • Concessione di indulgenze da parte del Papa Gregorio XV alla Congregazione delle Scuole Pie di Bologna, 1 maggio 1621
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  • Secondo moto proprio di Gregorio XV, 1 luglio 1621
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  • Regole per gli scolari delle Scuole Pie

Archivio Scuole Pie

L'Archivio delle Scuole Pie (1533 – 1873)

Tra il 1860 e il 1861 vediamo il Comune di Bologna e la Congregazione di Carità contendersi l'amministrazione delle Scuole pie. Da un lato il Comune, in base al Regolamento per le Scuole Comunali sanzionato col Regio Decreto 15 settembre 1860, ha l'obbligo di provvedere gratuitamente all'istruzione pubblica elementare e vorrebbe a questo scopo servirsi di un'istituzione già ben avviata, qual è quella delle Scuole pie; dall'altro la Congregazione di Carità considera le Scuole pie un'isituzione di beneficienza a tutti gli effetti e ne avoca, quindi, la gestione. Nella disputa interviene la Giunta comunale, che il 30 agosto 1861 attribuisce l'amministrazione delle Scuole alla Congregazione di Carità. Tale decisione sembra tuttavia essere immediatamente corretta: infatti già dal 26 settembre dello stesso anno vengono fissati i criteri di massima per la nomina di una Commissione mista, incaricata della gestione delle Scuole e formata da due membri della Congregazione e da due assessori municipali, sotto la presidenza del sindaco.
Anche questa soluzione ha vita breve, dal momento che nel 1863 il Consiglio comunale nomina al suo interno una commissione speciale incaricata di decidere quali Opere pie debbano restare alla Congregazione di Carità e quali debbano passare al Municipio. Per quanto riguarda le Scuole pie, questa volta si decide per il loro passaggio al Comune e, in seguito al Regio Decreto 28 agosto 1864, la Congregazione di Carità rassegna definitivamente le proprie dimissioni.
Da questo momento in poi le Scuole pie, ormai comunali, vengono amministrate direttamente dal Comune attraverso la voce di bilancio "azienda delle Scuole pie"1.
Si può supporre che in questa stessa data anche l'archivio delle Scuole passi all'Archivio municipale; sicuramente vi si trova nel 1876, anno a cui vanno fatte risalire alcune annotazioni archivistiche della serie "Scritture" accompagnate, appunto, dal timbro dell'Archivio municipale. Se ne ha poi notizia in una pubblicazione del 1917, curata da Benedetto Carpanelli2, sui fondi conservati presso detto archivio. Interessanti sono poi le informazioni che si possono ricavare da uno studio di Rodolfo Fantini del 19413: a questa data l'archivio delle Scuole pie risulta costituito da 140 volumi e 149 buste o rotoli. Una differenza notevole rispetto alla consistenza attuale (un totale di 82 unità): in particolare Fantini parla di 7 "Libri di atti e decreti della Congregazione", di cui oggi si possiedono solamente 3 volumi, e di 63 buste di "Scritture", di cui oggi rimangono solo 50 esemplari; tuttavia è da credere che le differenze non si esauriscano qui.
Le notizie successive risalgono al 1959, anno in cui l'ispettore della Soprintendenza Mario Bonajuto visita i depositi dell'Archivio comunale; in base alla relazione da lui stilata, risulta che l'archivio delle Scuole pie è conservato, assieme ad altro materiale dell'archivio storico, in "due locali siti nella scuola elementare "G. Carducci", in un semiinterrato". Particolarmente interessante è poi la parte dedicata alle eventuali mancanze di materiale documentario: "durante il periodo bellico la scuola Carducci nei cui locali si custodiva l'archivio, fu pure, naturalmente in differenti locali, concessa in provvisoria abitazione a famiglie di sfollati. Si accertò che taluni di essi usavano di carte dell'archivio per accendere le stufe. Il danno pare di proporzioni rilevanti, ad occhio e croce si può dire che almeno il 30% dell'archivio sia andato distrutto in tale maniera". Forse in questo modo si può spiegare come mai la consistenza dell'archivio delle Scuole pie sia già tanto diminuita. Questi i dati rilevati dal Bonajuto nell'inventario sommario: 40 buste e 15 pacchi di "Scritture", datati 1540 – 1790, 2 buste di "Sessioni della commissione" corrispondenti agli anni 1827 – 1845 e 2 buste di "Affari" del secolo XIX4.
Nel 1968, al fine di tutelare l'archivio storico del Comune, se ne comincia il deposito presso l'Archivio di Stato di Bologna5: l'archivio delle Scuole pie viene versato il 30 aprile dello stesso anno, ma il passaggio dell'intero archivio storico si concluderà solo nel 1984. A questa data va fatto risalire un nuovo inventario sommario, in cui ormai la consistenza dell'archivio delle Scuole pie si presenta uguale a quella odierna.
Le Scuole pie rimangono presso l'Archivio di Stato fino al 1997, anno in cui tornano a far parte dell'Archivio storico comunale (che ha inaugurato la sua nuova sede), in cui si trovano tuttora conservate.

1 Le notizie del presente paragrafo sin qui riportate sono tratte da M. D'ASCENZO, La scuola elementare nell'età liberale. Il caso Bologna (1859 – 1911), Bologna, CLUEB, 1997.
2 B. CARPANELLI, L'archivio municipale di Bologna, Bologna, Cooperativa Tipografica Mareggiani, 1917.
3 R. FANTINI, Le Scuole pie di Bologna, "Atti e memorie della Regia Deputazione di storia patria per l'Emilia Romagna", VII (1941 – 1942), pp. 71 - 117.
4 La relazione di Bonajuto si conserva nell'archivio della Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna.
5 In ASBo, Archivio della Direzione, tit. VII, rub. 3,2, anno 1968 si trova la convenzione per il deposito dell'Archivio storico comunale presso l'Archivio di Stato di Bologna, a cui è allegato un inventario sommario della documentazione. Nello stesso fascicolo è presente inoltre un secondo inventario sommario, risalente allo stesso periodo, compilato da Giuseppe Plessi e Isabella Zanni Rosiello.

Ultimo aggiornamento: lunedì 10 gennaio 2011