Un viaggio virtuale alla scoperta degli archivi europei


Un viaggio virtuale alla scoperta degli archivi europei
VI Conferenza Europea degli Archivi - Firenze, 1 giugno 2001

Relazione di Lucia Marani
Responsabile dell'Archivio Storico
del Comune di Bologna, Italia

Il collega Arne Schivenes vi ha illustrato le linee generali di tutto il progetto "Evidence! Europe Reflected in Archives" , a me invece è stato chiesto di parlare della partecipazione Italiana al progetto stesso, di ciò che ha rappresentato per il Comune di Bologna questa esperienza europea e di come è stato utilizzato il sito Internet.
Nel 1995 Bologna fu designata, dall'Unione Europea, Città della cultura per l'anno 2000. È stata così la seconda città italiana, dopo Firenze nel 1986, ad ottenere questo prestigioso riconoscimento, testimonianza delle radici storiche e delle sue tradizioni culturali che in passato le valsero l'appellativo di "dotta".
Nel 1998 il Comune norvegese di Bergen propose all'Amministrazione Comunale di Bologna di aderire ad una joint venture fra gli Archivi delle capitali europee della cultura del 2000 per la realizzazione del progetto intitolato "La cultura europea vista attraverso i documenti d'archivio".
Proprio nel 1998, le migliaia di documenti che costituiscono l'Archivio Storico Comunale di Bologna erano appena state recuperate da cantine e depositi polverosi e inadeguati, per trovare un'idonea e definitiva collocazione in un immobile di proprietà comunale, precedentemente adibito a laboratorio di falegnameria, ed ubicato nei pressi della zona universitaria. L'edificio è stato completamente ristrutturato e cablato per consentire il collegamento alla rete informatica del Comune e l'utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione. L'istituzione formale dell'Archivio ha consentito l'apertura del nuovo istituto, rendendo fruibile a ricercatori, studiosi, cultori di storia locale ed anche ad un pubblico non specialista, un vastissimo patrimonio documentario di inestimabile valore storico.
L'Archivio non poteva mancare all'appuntamento con Bologna città europea della cultura. Infatti l'anno 2000, grazie a tale evento, ha rappresentato un'occasione straordinaria per offrire ai bolognesi l'opportunità di scoprire i tesori che l'Archivio custodisce e per far conoscere in Italia e in Europa la ricchezza dei fondi documentari del Comune.
La consapevolezza della necessità di far comprendere il ruolo svolto dagli istituti archivistici per la salvaguardia e la conservazione della memoria storica delle capitali della cultura, con l'intento di favorire una migliore e più capillare informazione e comprensione dei diversi paesi rappresentati, è stato uno dei motivi principali che ha spinto l'Amministrazione comunale ad aderire all'iniziativa proposta dal collega norvegese.
La storia delle città si intreccia strettamente con quella dei propri archivi e non vi è dubbio che questi rappresentano la fonte primaria per apprendere la loro cultura, intendendo tale termine nella sua accezione più ampia, cioè come complesso di credenze, di abitudini, di tradizioni, di parametri comportamentali, di arte, di stile di vita di un paese. E ciò è possibile grazie alla polisemia dei documenti, in quanto gli aspetti che si possono studiare esaminando le carte sono i più disparati.
Parallelamente all'iniziativa editoriale, è stata realizzata anche una versione web del libro, una sorta di mostra virtuale, accessibile direttamente ad ogni utente in navigazione in Internet. Inizialmente si era pensato ad una mostra itinerante da tenersi in tutte le città partecipanti. Ma questa soluzione venne abbandonata per i rilevanti costi che avrebbe comportato.
Si è quindi cercato di utilizzare le moderne tecnologie della comunicazione che offrono agli archivi storici altri canali per interagire e per promuovere la conoscenza e la fruibilità delle carte, rendendo più veloce lo scambio delle informazioni anche a distanza. In questo modo, grazie ad Internet, abbiamo offerto ai visitatori l'opportunità di intraprendere on line un viaggio a ritroso nel tempo nelle sette realtà locali attraverso un patrimonio di oltre trecento documenti di grande rilevanza.
Anche questa realizzazione si inserisce nell'ambito delle iniziative volte a ricercare i mezzi più idonei per favorire lo sviluppo dei servizi on line al cittadino  anche nel settore degli archivi.
Bologna ha sempre creduto nello sviluppo della multimedialità e nell'educazione dei cittadini all'utilizzo delle nuove tecnologie dell'informazione. Oggi è una delle città italiane più attente alla comunicazione telematica. Grazie a Iperbole, che è la rete civica del Comune operativa dal gennaio 1995, Bologna è stata la prima città in Italia ad offrire alla cittadinanza l'accesso gratuito alla rete Internet, con l'obiettivo di diffondere la cultura dei nuovi media e al tempo stesso favorire un maggior dialogo tra amministrazione e cittadini.
Un altro degli obiettivi prioritari che l'Archivio del Comune di Bologna si è prefissato aderendo a questo progetto, è stato quello di predisporre un nuovo strumento  teso ad allargare, anche al grande pubblico dei non addetti ai lavori, la platea dei propri clienti, già numerosa, ma costituita in gran parte da studiosi e specialisti.
E' per questa ragione che l'opera intende rivolgersi ad un pubblico quanto mai vasto e composito per livello e interessi culturali.
Si è cercato di puntare sull'effetto emotivo delle immagini per far nascere l'interesse ad una informazione meno superficiale degli archivi i quali purtroppo sono ancora poco conosciuti,  ed erroneamente collegati ad un'idea di semplici depositi polverosi di carte più che di veri e propri istituti culturali.
In particolare il sito EVIDENCE! è stato proficuamente utilizzato anche a supporto del Laboratorio per la didattica in  Archivio, un  altro progetto realizzato nell'ambito delle iniziative per Bologna città europea della cultura del 2000. Il laboratorio per la didattica in Archivio si configura come un  vero e proprio servizio per le scuole di ogni ordine e grado, volto a favorire l'approccio alle fonti archivistiche da parte di insegnanti e studenti e l'apprendimento della metodologia della ricerca storica in archivio.
Le numerose classi, finora in visita all'Archivio, hanno avuto la possibilità di collegarsi al sito mediante i due PC messi a disposizione degli utenti nella sala di consultazione. Adeguatamente guidati dai tutor del Laboratorio, i ragazzi hanno potuto analizzare i documenti  delle altre città per approfondire sia gli aspetti che ci accomunano in quanto europei, sia quelli che ci differenziano.
Per le scolaresche che per ragioni organizzative e di tempo non hanno potuto raggiungere fisicamente il nostro istituto, abbiamo realizzato una sorta di laboratorio di storia a distanza presso le scuole. Sfogliando le pagine WEB del progetto, ai giovani ricercatori viene spiegato che la presentazione della candidatura di Bologna a capitale della cultura venne corredata di un ampio dossier in cui erano spiegati i requisiti che la predisponevano a tale nomina. Oltre all'illustrazione del patrimonio culturale di cui la città è dotata, venivano messe in rilievo le qualità del sistema economico, la rete dei saperi che da secoli la contraddistingue e le risorse creative presenti nel territorio dell'area bolognese. In particolare, per evidenziare le caratteristiche della città, furono individuate quattro parole chiave: saperi, tradizione, mobilità, comunicazione. Esse esprimono le vocazioni di Bologna e la convivenza fra processi di innovazione e salvaguardia della tradizione. Un mix di passato, presente, futuro in cui non si perde il ricordo delle peculiarità che nel corso della storia hanno caratterizzato Bologna, da sempre luogo di incontri, di idee, di comunicazione. Per questi motivi, al capoluogo emiliano venne affidato, dall'Unione Europea, il compito di produrre progetti di particolare rilievo sul tema "Informazione e Comunicazione". Ecco perché nella seconda parte del libro e della mostra "EVIDENCE! " la scelta dei documenti che evidenziano gli aspetti più salienti di ogni capitale della cultura, si è ispirata al tema assegnato a ciascuna città dalla Commissione Europea.
I ragazzi vengono introdotti nell'affascinante percorso delle tipologie documentarie selezionate per Bologna, costituite da bandi, avvisi, notificazioni, che in passato erano il mezzo più immediato e capillare di comunicazione fra chi governava la città e i bolognesi e rappresentano una fonte inesauribile di conoscenza sulla vita e le abitudini del passato. Di particolare impatto emotivo anche il materiale iconografico riguardante la piazza Maggiore, importante simbolo della comunicazione, dove si ergono i simboli del potere politico, del potere religioso e di quello economico, o la Montagnola, parco ubicato nel cuore della città, luogo di incontro e di svago. Per non parlare poi dell'espressione architettonica più caratteristica della città: i portici, decisamente consacrati all'incontro.
I cinque temi riguardanti le problematiche delle città, oggetto della terza sezione della mostra, inducono gli studenti a riflettere, attraverso le somiglianze e le diversità che caratterizzano la storia delle comunità locali, sull'esistenza di una cultura europea. Naturalmente per ciascun Archivio questo sistema, che limita la manipolazione delle carte con evidenti vantaggi per la loro conservazione, non deve diventare un sostituto della fruizione diretta dei documenti, al contrario si configura come uno strumento propedeutico all'accesso agli originali per sfruttare le potenzialità del WEB come una sorta di strumento di orientamento e di conoscenza. Dai tesori conservati negli archivi sono "usciti" documenti, anche inediti, che parlano delle trasformazioni del tessuto urbano, del funzionamento dei comuni nel corso dei secoli, dell'emancipazione femminile, dell'organizzazione del lavoro e delle espressioni spirituali, ludiche, artistiche, scientifiche e tecnologiche.
Le fonti a cui si è attinto dimostrano il ruolo di rilievo svolto da Bologna, crocevia di saperi, nell'ambito della cultura europea grazie alla rete di rapporti internazionali da essa intrattenuti anche in virtù della presenza della più antica Università d'Europa.
Altrettanto significativi  gli Statuti che sono la base istituzionale del Comune. Redatti da giuristi dello Studio bolognese testimoniano le migliori tradizioni della scuola giuridica locale che è stata esportata in tanti altri paesi. Così pure le carte risalenti all'epoca napoleonica rappresentano quella fase decisiva di trapasso nata dalla diffusione dei principi della rivoluzione francese che ci accomunano ad altri paesi europei.
Abbiamo rilevato che le giovani generazioni sono particolarmente attratte dall'esposizione virtuale rispetto al libro, cioè rispetto al prodotto realizzato su supporto tradizionale cartaceo. E questo perché ad esempio cliccando su ogni immagine, è possibile zumare a tutto schermo e ottenere l'ingrandimento dei dettagli che interessano, con effetti di forte suggestione.
Sfruttando le potenzialità di Internet è stato ottenuto un risultato che con il solo libro non sarebbe stato raggiunto: mettere a disposizione  degli utenti della grande rete tutta una serie di risorse informative che contribuiscono ad incrementare la visibilità e la conoscenza di  beni culturali conservati da istituzioni diverse.
Grazie ad Internet possiamo avere il mondo degli archivi a portata di mouse. Infatti sono stati attivati  dal sito del progetto, parecchi link innanzitutto con gli archivi partecipanti, e poi con enti, associazioni, istituzioni collegati con gli archivi delle sette città, al fine di creare legami trasversali con istituti diversi, ma uniti da fili di ricerca comuni. La forma ipertestuale consente agli utenti di sfogliare, ad esempio, le pagine informative sui servizi, gli orari, le modalità di accesso, il patrimonio documentario, i progetti dell'Archivio Comunale di Bologna, nonché di ascoltare, dalla viva voce dei relatori, gli interventi tenuti dalle diverse personalità nel corso della cerimonia inaugurale dell'Archivio stesso appositamente registrati nel relativo sito.
Allo scopo di ottenere valutazioni ed opinioni sul lavoro svolto ed eventualmente migliorarlo, alcune pagine web sono dedicate al feedback, cioè ad una serie di domande rivolte ai lettori le cui risposte possono servire a perfezionare sempre più il sito, oltre alla richiesta di dati personali per  conoscere e fare statistiche sugli utenti che in questo modo da soggetti passivi diventano soggetti attivi, contribuendo alla vitalità del sito. È anche un primo tentativo di rilevamento diretto degli interessi dei clienti per favorire l'interattività col cittadino oltre al suo collegamento con il sito. È inoltre possibile ordinare ed acquistare via Internet il libro, mediante la propria carta di credito.
Il progetto è il risultato di un lungo ed intenso lavoro, protrattosi per oltre un anno e mezzo, che ha richiesto un impegno assiduo e costante. Numerosi sono stati i problemi incontrati, determinati principalmente dalla distanza che ha influito notevolmente sulla comunicazione fra i partecipanti ai lavori e sul coordinamento delle varie fasi del progetto.
Anche in questo, le nuove tecnologie ci sono state di notevole e prezioso ausilio. La rete delle reti con la posta elettronica, è stata il veicolo attraverso il quale l'immagine scansionata di ciascun documento è stata trasmessa da ogni città a Cracovia sede dell'Internet editor e a Santiago de Compostela  sede del book editor.
L'impegno assunto dal Comune di Bologna con la partecipazione al progetto rappresenta un importante contributo e allo sviluppo dei rapporti e al dialogo fra Archivi europei, anche nell'ottica dell'integrazione delle fonti archivistiche di paesi diversi che  consentono di approfondire le nostre radici e la nostra identità.
L'auspicio è che l'esperienza di collaborazione avviata possa, anche in futuro, continuare ad essere portatrice di importanti risultati.

Ultimo aggiornamento: lunedì 10 gennaio 2011