Museo Civico Archeologico

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Sardonica bruciata con Musa

Nel corso del III secolo a.C. si afferma in Campania e nel Lazio una produzione glittica fortemente influenzata da un lato dalle officine della Magna Grecia, dall'altro da quelle etrusche, ancora operanti nei territori limitrofi.

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Le gemme di questo periodo sono dunque realizzazioni eclettiche, caratterizzate dall'influsso di diverse correnti artistiche: perdura l'uso di scarabei e scaraboidi, particolarmente apprezzati nella tradizione etrusca, e parallelamente si fa strada il gusto per pietre dalla forma ovale allungata, con facce piane, da incastonare in anelli. Il materiale prediletto è la sardonica, una pietra zonata, particolarmente apprezzata per la realizzazione di sigilli.
Proprio in una sardonica è intagliata la figura di Musa che decora questa gemma: la dea è rappresentata di tre quarti, nuda, con mantello avvolto strettamente attorno alle gambe e annodato sul davanti con un lembo che ricade; i capelli sono raccolti in un elegante nodo sulla nuca. Alle sue spalle è raffigurata una colonna e con la mano destra sorregge un oggetto allungato, un flauto, strumento in cui va identificato l'attributo della Musa Euterpe, protettrice della musica.

Provenienza: sconosciuta
Datazione: prima metà del I secolo a.C.
Materiale: sardonica zonata bruciata
Dimensione: mm 20 x 11,5 x 2
Numero di inventario: Gl 161

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